Che cos’e’ l’Implantologia
L’Implantologia e’ quella branca dell’odontoiatria che si occupa di sostituire uno o piu’ elementi dentari tramite l’utilizzo di impianti osteointegrati.
Gli impianti osteointegrati svolgono la funzione di vere e proprie radici artificiali sulle quali, attraverso diversi dispositivi, e’ possibile cementare o avvitare delle corone protesiche.
L’osteointegrazione degli impianti avviene nella maggior parte dei casi: studi internazionali, basati sulla valutazione scientifica e rigorosa di oltre 12.000.000 di impianti tipo Branemark posizionati in 3.500.000 pazienti e seguiti per un periodo di oltre 25 anni, hanno fornito percentuali medie di successo per ogni singolo impianto del 95%.
Le alte percentuali di successo a lungo termine sono subordinate al rispetto di un adeguato programma di controlli periodici (almeno semestrali) associati a sedute di Igiene Orale e ablazione del tartaro. Le ricerche internazionali hanno dimostrato che i forti fumatori (oltre 10 sigarette al giorno) presentano percentuali di successo inferiori (80 – 85%).
La nascita dell’implantologia
Quasi cinquant’anni fa, il chirurgo e ricercatore svedese Prof. P.I. Branemark M.D., Ph.D., ha scoperto il fenomeno dell’osteintegrazione, ovverosia la connessione diretta tra osso vitale e la superficie in titanio puro di un impianto.
Utilizzando un intervento in due fasi chirurgiche ed una tecnica atraumatica, il Prof. Branemark ha dimostrato che questa connessione tra l’osso ed il titanio e’ in grado di conferire un ancoraggio stabile e duraturo, che puo’ essere utilizzato per supportare protesi dentali, facciali ed ortopediche. Questo metodo e’ stato introdotto per la prima volta nel mondo nel 1982 ed in Italia nel 1984 da alcuni pionieri dell’Osteointegrazione tra cui il Dott. Colombo allora giovanissimo.
Prima dell’avvento di questa tecnica, gli impianti dentali erano caratterizzati da risultati incostanti e frequentemente dovevano essere rimossi entro cinque anni. Dal 1965 migliaia di pazienti sono stati trattati con successo, prima in Svezia e successivamente nel resto del mondo, utilizzando impianti osseintegrati secondo il Sistema Branemark. Questo metodo e’ attualmente utilizzato con entusiasmo in numerose Universita’ e centri privati in Italia tra cui lo Studio Colombo.
Il Paziente candidato agli Impianti
Il Paziente deve essere in buone condizioni di salute generale ed orale. In particolare, non deve avere in atto ne’ malattie sistemiche, ne’ malattie delle gengive e dei tessuti di sostegno del dente (Malattia Parodontale/Piorrea). Se presenti devono essere curate e risolte prima del trattamento implantare. E’ importante sottolineare che molte delle cause che provocano malattie dei denti e delle gengive possono concorrere a determinare un prematuro fallimento degli impianti.
Tuttavia in alcuni casi, dopo la perdita dei denti, si verifica una riduzione del volume d’osso: riassorbimento osseo nella zona edentula. Questo riassorbimento e’, a volte, di tale entita’ da non permettere l’inserimento dell’impianto per mancanza di supporto, infatti esistono delle zone in cui l’altezza e lo spessore dell’osso utilizzate ai fini implantari sono ridotti per la presenza di limiti anatomici inviolabili (cavita’ nasali e sinusali nell’arcata superiore e canale del nervo alveolare inferiore). Anche in questi casi, tuttavia, e’ oggi possibile inserire impianti avvalendosi di tecniche di rigenerazione dell’osso che rappresentano il fiore all’occhiello dello Studio Colombo, grazie ad un’esperienza nel campo di oltre 25 anni (Vedi Casi complessi).
E’ indispensabile che il Paziente, che desideri sottoporsi a terapia implantare, mantenga un buon livello di igiene orale e sia scrupoloso nel seguire il programma di controllo periodico, che verra’ programmato.
Per definire il piano di trattamento oltre agli esami clinici ed alle analisi di laboratorio, sono previsti come accertamenti diagnostici esami radiografici quali: ortopantomografia (Rx Panoramica) e la TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) Cone Beam .
Questi esami strumentali, sono disponibili direttamente all’interno dello Studio. In base al risultato di questi esami, viene stilata un adeguato piano di trattamento implantare.
Chirurgia Minimamente Invasiva
Quando le condizioni anatomiche lo consentono, ovvero e’ presente un’abbondante quantita’ di osso e di tessuto gengivale nella zona edentula, e’ possibile posizionare gli impianti con tecniche minimamente invasive.
Con queste tecniche si evita qualunque tipo di incisione e scollamento dei tessuti gengivali, il posizionamento di punti di sutura ed la conseguente guarigione piuttosto lunga. La chirurgia senza incisioni consente una guarigione molto rapida, senza pericolo di sanguinamento e di gonfiore nel periodo post-operatorio. Le tecniche minimamente invasive richiedono necessariamente un’indagine TAC Cone Beam prima dell’intervento: un esempio di tali tecniche e’ l’Implantologia Guidata mediante Computer.
Queste tecniche sono disponibili per tutti, ma sono particolarmente indicate nei pazienti affetti da malattie della coagulazione o compromessi dal punto di vista della salute generale.
Implantologia guidata mediante computer
L’evoluzione tecnologica consente oggigiorno di eseguire una riabilitazione implantoprotesica (Carico Immediato) tramite una programmazione al computer. L’intero trattamento diventa minimamente invasivo con indubbi vantaggi per il Paziente in termini di riduzione sia del dolore e gonfiore dopo l’intervento chirurgico, sia di tempo richiesto per ricevere la protesi definitiva.
Avvalendosi di un sofisticato software il team, costituito dal chirurgo, il protesista e l’odontotecnico, puo’ a priori, sulla scorta di informazioni ottenute da un esame radiologico tipo TAC eseguito con certi accorgimenti, programmare interamente le fasi del trattamento implantoprotesico.
La tecnologia CAD-CAM consente di allestire delle guide chirurgiche che permettono il preciso e sicuro posizionamento degli impianti senza dover ricorrere a incisioni e scollamenti delle gengive e a punti di sutura.
Programmando al computer la posizione degli impianti e’ possibile prevedere con maggiore precisione la relazione tra questi e la protesi stessa che puo’ essere allestita prima dell’intervento chirurgico e posizionata nei minuti successivi al termine della fase chirurgica.
Estetica nelle riabilitazioni implantari
La perdita degli elementi dentari anteriori superiori comporta una gravissimo danno estetico che si riflette sugli aspetti psicologici e sociali del paziente.
Oggigiorno e’ possibile riabilitare con successo uno o piu’ elementi dentari ad elevata valenza estetica, tramite l’inserimento di uno o piu’ impianti osteointegrati. L’atto chirurgico puo’ essere eseguito immediatamente dopo l’estrazione degli elementi dentari naturali non piu’ recuperabili o in una fase successiva.
Le zone rese edentule vengono quindi protesizzate con delle corone provvisorie immediatamente posizionate sugli impianti.
Nei casi in cui si sia verificata la perdita traumatica degli elementi dentari o patologie che abbiano comportato un notevole riassorbimento e contrazione delle creste ossee, per ottenere risultati estetici soddisfacenti possono essere applicate delle tecniche di ricostruzione ossea e correzione dei tessuti gengivali.
La stragrande maggioranza di queste tecniche e’ poco invasiva e non prevede il prelievo di innesti di osso del paziente al di fuori del cavo orale.
Prima fase chirurgica
Tempi e modalita’ di esecuzione degli impianti:
Il protocollo originale del Prof. Branemark prevede una chirurgia in due fasi con un periodo di guarigione di 3-6 mesi dopo l’inserimento degli impianti, prima di poter posizionare la ricostruzione protesica.
Prima fase chirurgica:
L’inserimento degli impianti consiste nel posizionamento di un adeguato numero di impianti in titanio nelle zone edentule delle ossa mascellari. Dopo l’inserimento, i tessuti gengivali vengono suturati nella loro posizione originale in modo tale che gli impianti rimangano totalmente sommersi.
La prima fase chirurgica generalmente viene eseguita ambulatorialmente in anestesia locale, ma a richiesta del paziente puo’ essere eseguita anche in sedazione cosciente con l’ausilio di un’anestesista.
Fase di guarigione
I punti di sutura vengono rimossi dopo 10-12 giorni.
I pazienti totalmente edentuli non possono usare la vecchia protesi (dentiera o scheletrato) per 10-15 giorni dopo l’intervento. La vecchia protesi deve essere modificata e ribasata.
Grazie ai nuovi materiali, oggigiorno, il periodo di guarigione per ottenere l’osteointegrazione dell’impianto e’ stato ridotto a circa 2.5 mesi nella mandibola e di 4 mesi nel mascellare superiore.
In casi particolari (osteoporosi, innesti ossei, atrofie delle ossa mascellari) il tempo di guarigione puo’ essere piu’ lungo (6-8 mesi).
In alcuni casi le condizioni cliniche sono cosi’ favorevoli da consentire il carico immediato degli impianti inseriti durante la fase chirurgica senza attendere il periodo di guarigione.
Seconda fase chirurgica
Nel protocollo standard, dopo il periodo di guarigione, viene eseguita la seconda fase chirurgica. Con questo intervento, piu’ rapido e meno traumatico del primo, gli impianti, prima sommersi, vengono connessi con pilastri protesici provvisori in titanio e viene accertata la loro stabilita’.
Alla fine della seconda fase chirurgica, i tessuti gengivali vengono suturati attorno agli inserti in titanio connessi agli impianti. Nuove tecniche rendono sempre piu’ frequentemente non necessaria tale fase in quanto, nelle condizioni favorevoli che consentono il carico immediato degli impianti, puo’ essere effettuata la connessione della vite di guarigione o del provvisorio al momento della prima fase chirurgica.
Rigenerazione ossea
La sostituzione di denti naturali persi con denti artificiali altrettanto affidabili e’ oggi possibile con gli impianti dentali osseointegrati. Talvolta si presentano delle condizioni anatomiche in cui l’utilizzo di questa soluzione terapeutica e’ possibile solamente previa ricostruzione delle creste ossee a causa della scarsita’ di volume osseo esistente.
Queste situazioni possono essere raggruppate in tre categorie:
Creste alveolari che, dopo la perdita degli elementi dentari, si sono riassorbite molto in senso orizzontale per cui presentano uno spessore non sufficiente per l’inserimento degli impianti.
Presenza di cavita’ anatomiche all’interno dell’osso che, sottraendo volume osseo, impediscono il posizionamento degli impianti; le suddette cavita’ possono essere fisiologiche, come nel caso dei seni mascellari e delle cavita’ nasali, oppure possono essere lacune residuate in seguito a processi patologici quali, cisti, ascessi o malformazioni anatomiche.
La suddetta classificazione e’ esemplificativa e in natura capita spesso che due o piu’ di queste condizioni si sovrappongano, cosi’ come vi sono anche situazioni anatomiche in cui il volume osseo esistente sarebbe di per se’ sufficiente per il posizionamento degli impianti, ma non ne permetterebbe il posizionamento nella posizione piu’ corretta dal punto di vista della masticazione o dell’estetica.
Per poter applicare la soluzione Implantologica anche in questi casi, verso la fine degli anni ottanta furono messe a punto delle tecniche per rigenerare l’osso nelle zone dove era necessario; oggigiorno queste tecniche sono state molto affinate e permettono di risolvere con successo moltissime delle suddette situazioni. La Rigenerazione Ossea Guidata costituisce una delle punte di diamante dello Studio Colombo grazie all’attivita’ di ricerca clinica portata avanti dal suo direttore scientifico Dott. Colombo fin dall’inizio degli anni ’90 e vanta oggi del trattamento di oltre 500 casi con un’esperienza di piu’ di 25 anni.
Consigli postchirurgia
Al fine di ridurre al minimo il disagio legato all’intervento chirurgico e’ necessario che il Paziente segua scrupolosamente la prescrizione medica e le norme comportamentali suggerite.
Durante le ore immediatamente successive all’intervento:
Il dolore generalmente e’ lieve, limitato alle poche ore successive all’intervento e viene agevolmente controllato dalla terapia antifiammatoria prescritta.
Bisogna evitare cibi caldi e solidi.
L’applicazione della borsa del ghiaccio, per mezz’ora ogni ora durante la prima giornata, e’ molto importante per controllare il gonfiore post-operatorio.
Nel post-intervento si possono verificare piccole perdite ematiche nella zona dei punti di sutura. In questi casi e’ necessario esercitare una leggera pressione sulla parte introducendo in bocca un tampone di garza bagnata e serrando delicatamente le mascelle. Evitare di risciacquare la bocca a lungo al fine di consentire la formazione di un adeguato coagulo.
A distanza di 2 giorni dall’intervento:
In molti casi si verifica, a distanza di due giorni, un rigonfiamento del viso nella zona interessata dall’intervento. Il gonfiore puo’ essere anche notevole ed accompagnato da ematomi (lividi): e’ un fatto assolutamente normale che si verifica quando si eseguono interventi sulle ossa mascellari. Il gonfiore e gli ematomi si instaurano dopo 2-3 giorni dall’intervento e scompaiono lentamente nell’arco di una settimana.
Nei 7 giorni successivi all’intervento:
Svolgere solo attività sedentarie nei 7 giorni successivi all’intervento perche’ le attivita’ fisiche pesanti aumentano la circolazione ematica e favoriscono il gonfiore ed il sanguinamento post-operatorio.
Durante i 10 giorni successivi all’intervento:
Il fumo e l’assunzione di alcolici sono stati associati a percentuali di successo inferiori ed a maggiori difficolta’ di guarigione dei tessuti gengivali, devono pertanto essere evitati o drasticamente ridotti almeno durante i 10 giorni successivi all’intervento.
A lungo termine:
Per ottenere un successo a lungo termine degli impianti osteointegrati e’ indispensabile che il paziente esegua un’adeguata pulizia quotidiana dei denti e si sottoponga a controlli periodici ed a sedute tri-semestrali di Igiene Orale e ablazione del tartaro.
Fase protesica
Una protesi su impianti e’ un restauro protesico estetico che sostituisce uno o piu’ elementi dentali mancanti, utilizzando come radice artificiale un impianto osteointegrato in titanio. Gli impianti vengono utilizzati per sostituire uno o piu’ elementi dentali, senza dover ricorrere alla “limatura” dei denti adiacenti necessaria per realizzare una protesi a ponte. La moderna implantologia e’ in grado di offrire, attraverso la sostituzione degli elementi dentali perduti o irrimediabilmente compromessi, riabilitazioni estetiche e funzionali, che possono soddisfare le esigenze del paziente. La sicurezza e la predicibilita’ dei risultati, obiettivi primari del dentista, si basano su procedure ampiamente collaudate e supportate da oltre trentacinque anni di studi e ricerche.
Controlli periodici degli impianti
Il mantenimento degli impianti osteointegrati comporta una serie di misure igieniche eseguite dal paziente a domicilio e dal personale ausiliario specializzato durante i richiami periodici atti a mantenere i tessuti periimplantari in uno stato di salute. La terapia di mantenimento viene individualizzata in funzione del paziente e della tipologia di protesi implantare, con richiami ogni 3-6 mesi.
E’ importante che il paziente capisca come la protesi e’ costruita e quindi adegui gli strumenti e le manovre di igiene alla fisiologia della propria bocca. Le visite di controllo periodiche e le sedute di igiene orale programmate sono fondamentali per il mantenimento a lungo termine delle riabilitazioni implantoprotesiche.
Gli strumenti indispensabili sono: spazzolino, scovolini, monociuffo, filo per impianti (postcare). Il paziente viene seguito ad intervalli regolari finche’ non e’ in grado di essere autonomo. Si esegue la pulizia su impianti con spazzolini ed un prodotto specifico, in caso di presenza di tartaro si rimuove con strumenti in carbonio che non rigano il titanio e contemporaneamente l’igienista puo’ controllare la fisionomia dei tessuti perimplantari e segnalare eventuali problematiche: mobilita’, scorretta occlusione, infiammazione della mucosa perimplantare.
I depositi di placca batterica e tartaro possono causare infiammazione dei tessuti molli che circoscrivono l’impianto, situazione reversibile se presa in tempo, mentre se trascurata puo’ far riassorbire l’osso peri-implantare (peri-implantite) fino alla perdita dell’impianto. L’indagine radiografica e’ raccomandata annualmente per i primi anni e in seguito secondo un programma individuale.